Le nuove frontiere delle costruzioni
Sui social di oggi rimbalza la notizia della scelta di Google di investire in immobili modulari per le esigenze dei suoi dipendenti nella Silicon Valley, ove i prezzi normalmente sono in continua ascesa. Sembra che l’idea sia stata presa in esame anche da altri colossi statunitensi. Da noi si parla tanto di innovazione e di condizioni di vita dei lavoratori quasi a voler riempire di soddisfazione gli auditori, lasciando pero’ a loro stesse le belle parole senza alcun tentativo di dar luogo ad un seguito concreto. I due concetti che potrebbero risultare molto lontani – innovazione nelle tecniche costruttive che potrebbero fornire ai dipendenti quella tranquillita’ per meglio affrontare i problemi e gli sviluppi nei loro incarichi di lavoro- potrebbero trovare una soddisfacente soluzione nell’applicazione delle costruzioni modulari.
Costruzione modulare significa abbandonare i vecchi schemi costruttivi per affrontare una realizzazione affinata dall’utilizzo delle tecnologie avanzate, individuando progettazione e realizzazione seguendo precisi standard personalizzati ed utilizzando siti attrezzati che non coincidono con il sito del cantiere. Costruzione che facilmente si deve addattare alle diverse esigenze famigliari che nel tempo si possono sviluppare.
Nel nostro territorio il concetto si scontra con il limite normativo del consumo zero del territorio e quindi le poche aziende che stanno puntando a questo settore lo fanno su immobili monofamigliari e di piccole dimensioni.
Ben diverso la situazione nelle zone depresse del nostro pianeta in cui tali tecniche incominciano a essere utilizzate per soddisfare le esigenze minime di popolazioni che dispongono di modeste soluzioni abitative. Probabilmente il recupero del nostro patrimonio immobiliare meno qualificato, potra’ usufruire di queste nuove metodologie costruttive che permetteranno una miglior accuratezza nella gestione degli spazi e nelle rifiniture a costi resi competitivi dall’economia di scala.
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